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Area culturale
In uscita il romanzo "Sull'altra riva" di Cesare Paradiso
Un professionista di successo rinuncia al proprio lavoro e alla propria vita per dedicarsi all'assistenza della moglie colpita da Alzheimer. Ma è davvero una rinuncia? O è solo un'attenzione diversa a ciò che conta, un trasferirsi sull'altra riva e osservare con occhi differenti?
A narrare, quasi in presa diretta, la storia di Bice e Francesco è Carlo, l’amico giornalista, che nell'amicizia e nell'attenzione e l'ascolto dell'altro trova più senso anche alla propria esistenza: se il dolore è una prigione, si tratta di scegliere di stare in quella prigione con tutto l'amore possibile.
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E' in uscita il romanzo "Il Sorriso Del Pagliaccio Triste" di Cesare Paradiso
È l’anno 1950. Luciano Napoli ed Eugenia Gentili, giovani insegnanti « risoluti e molto cristiani », si sposano in una chiesetta di campagna ancora piena di crepe di guerra. Saranno separati solo dalla morte, proprio come aveva detto il prete. Ma non sarà una passeggiata. Il romanzo accompagna la storia della famiglia Napoli, la sua avventurosa normalità: ideali e delusioni, amori e disamori nel volgere della vita e nel susseguirsi delle generazioni. Sullo sfondo la Storia, quella con la maiuscola: il cinema, la musica, la letteratura, lo sport, la politica che intanto sbiadisce irrimediabilmente. A raccontare il dipanarsi della commedia umana e del palcoscenico che le fa da fondale si alternano la voce del narratore e il dialogo retrospettivo tra nonna Eugenia e la sua nipote omonima. Occhieggia, di tanto in tanto, il pagliaccio triste, una stampa che finisce con l’essere presente nelle case di tutti i componenti della famiglia. La storia si chiude nel 2000, all’alba di un nuovo secolo già pieno di tic e di parole d’ordine e che si annuncia chiassoso e anche « un po’ cialtrone ».
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"Lo Studio Dell'Avvocato", Manni Editore, sesto libro dell'Avv. Cesare Paradiso
Quattro avvocati nei loro studi e nei tribunali con le vicende professionali e quelle private che si intrecciano le une alle altre come tranches de vie, sono i protagonisti di questi racconti "normali": il lato avventuroso della quotidianità. Le affascinanti clienti di carmine Antonini; Guido Pallavicini e le sue vicende sentimentali; Diana Severini che, a volte, vorrebbe difendere la controparte; la lunga carriera di Carlo Della Ricca e la passione per la musica: un'umanità varia e sempre eccezionale narrata con ironia e compassione.
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Il 20 Marzo 2014 è stato pubblicato il libro "Un Prete Per Chiacchierare", Editore Robin, quinto libro dell' Avv. Paradiso.
Due uomini si ritrovano vicini di casa in una campagna piuttosto isolata dell'Oltrepò pavese. Il primo ad arrivare è Antonio, un ingegnere deluso e ferito da un fallimento matrimoniale che proprio non riesce a digerire; lo raggiunge un sacerdote, don Luigi, trasferito là ("confinato", come presto si capirà) per riaprire una vecchia chiesetta abbandonata e restituirla a una comunità dispersa. Le loro esistenze si intrecciano progressivamente, i due costruiscono un'amicizia inaspettata e una crescente complicità fatta di ascolto e di sostegno reciproco. Le brevi o lunghe chiacchierate, ritagliate con tenacia dai due uomini all'interno di giornate dense, di vite almeno in apparenza lontane, mettono a nudo gli angoli più nascosti di entrambi. Fino a una svolta decisiva della storia.
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Il 06/04/2013 l'Avv. Cesare Paradiso ha partecipato con un intervento sul tema "Principi Fondamentali e Libertà" al Corso di Formazione alla Politica "WE CARE: Dialoghi tra Costituzione e Vangelo" tenutosi presso il Salone degli Specchi del Comune di Taranto.
Qui di seguito la locandina del corso ed il link con la video - registrazione integrale dell'intervento.
link: http://www.youtube.com/watch?v=-rsLeoYmVhQ&feature=youtu.be
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Il 13/04/2013 alle ore 19.00 presso il Palazzo della Cultura di Massafra (Ta) partecipazione dell'Avv. Cesare Paradiso al Convegno inaugurale del 5° Corso di Formazione Socio-Politico "Ripartire da Dossetti" con all'interno uno spazio per il Vol. "Giuseppe Dossetti - Sentinella E Discepolo"
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Il 30 Settembre 2012 è stato pubblicato il libro "Don Tonino bello e la politica" , Editore Cittadella, quarto libro dell' Avv. Paradiso.
Questo libro si propone di mettere in luce quanta attenzione don Tonino Bello ha prestato alla politica in un contesto storico in cui essa andava perdendo spessore e passione per consegnarsi a un declino etico e ideale che non pare esaurito. L'autore rilegge i numerosi interventi pubblici e alcuni scritti in cui il Vescovo di Molfetta unisce profonda religiosità, slancio poetico, cultura "laica" e attenzione alla storia: essi costituiscono, oggi come ieri, un incoraggiamento a quella "cura del bene comune" in cui deve consistere la politica; prestando attenzione agli altri, a partire dagli ultimi, e non agli interessi personali o particolari. Una lettura inedita di un uomo tra i più aperti e affascinanti del cattolicesimo moderno, destinata a chi, credente o no, abbia a cuore un sistema di valori alti e condivisi su cui costruire la convivenza civile e democratica.
Questo il calendario delle presentazioni:
22 novembre 2012 presso la Biblioteca Comunale di Taranto
29 novembre 2012 presso la Sala Lumen Gentium di Castellaneta (TA)
07 dicembre 2012 Foligno Don Tonino Bello E La Politica
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Il 15 Gennaio 2010 è uscito il saggio "Giuseppe Dossetti.Sentinella e discepolo" edito dalle Paoline e pubblicato dall' Avv. Paradiso in collaborazione con Mons. Pietro Maria Fragnelli
A livello culturale e spirituale, prima ancora che politico, Dossetti è … una delle testimonianze più elevate della fecondità della fede cattolica nel nostro Paese. Con un impegno incessante e incisivo, dalla Resistenza alla Costituente, dal rinnovamento democratico della partecipazione politica agli studi giuridici e teologici, dall’ascesi più severa al contributo al Concilio Vaticano II, sino all’attuale testimonianza spirituale, si può affermare che la vita di Dossetti costituisce uno degli esempi più significativi e di maggiore efficacia della nostra recente storia nazionale… Dossetti è testimonianza di coerenza e di intensità spirituale capace di parlare a credenti e a non credenti.
Così recita la motivazione approvata dal Consiglio Comunale di Bologna nella seduta del 3 febbraio 1986, in occasione del conferimento del prestigioso riconoscimento Archiginnasio d’oro a Giuseppe Dossetti. Giurista, canonista, dirigente politico nella Resistenza, deputato all’Assemblea Costituente e nella Prima Legislatura, vicesegretario della Democrazia cristiana, Dossetti è una figura simbolo della più autentica cultura cristiana.
Nel ricco itinerario della sua parabola esistenziale è costante in Dossetti questo legame profondo tra convincimenti dottrinali e ricerca di soluzioni concrete mai peraltro ideologicamente aggressive anche se, non rare volte, scontate sulla propria pelle o sull’assenza di interlocuzione per il vuoto creatosi intorno a lui in alcuni burrascosi momenti della sua esperienza di vita. (Dalla Prefazione di Cosimo Damiano Fonseca, Accademico dei Lincei)
Un contributo importante, in questo tempo in cui l’impegno politico è inteso come esercizio di potere e la difesa dei valori cristiani è dettata spesso da interessi di parte, più che da coerenza di vita. Un libro utilissimo per educatori, per giovani e adulti che si interrogano sull’impegno politico dei cattolici a servizio della collettività. I due Autori, a partire dagli scritti di Dossetti, propongono un profilo da cui emerge la personalità di questo protagonista del Novecento che nella sua esistenza ha coniugato, senza forzature né compromessi, le esigenze dell’impegno politico e il primato del Vangelo.
AUTORI
Cesare Paradiso
avvocato civilista, pubblicista, docente di discipline giuridiche ed economiche, ha ereditato la passione per Dossetti dal padre Leonardo, che fu Sindaco di Taranto negli anni Settanta. Ha pubblicato, nel 2008, per Firenze Libri, Se amare non basta, il suo primo racconto.
Pietro Maria Fragnelli
è vescovo di Castellaneta dal 2003. Ha studiato filosofia e teologia nella Pontificia Università Lateranense, si è licenziato in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico e ha conseguito la laurea in filosofia all’Università «La Sapienza» di Roma. È stato Padre spirituale e Rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore (1991-2003). Tra le sue pubblicazioni: Il deserto fiorirà (Roma 2005); Alla voce fiducia. Parola di Dio e comunità educante (Roma 2009).
Questo il calendario delle presentazioni:
27 Febbraio 2010 nella Cittadella delle Imprese di Taranto
27 Marzo 2010 nel Liceo Classico "Archita" di Taranto
13 Aprile 2010 nell' Istituto Tecnico Commerciale "Pitagora" di Taranto
30 Aprile 2010 nella Libreria "Spes" di Manduria (Taranto)
07 Maggio 2010 nel Centro pastorale "Lumen Gentium" di Castellaneta (Taranto)
02 Giugno 2010 nella Biblioteca di San Marzano di San Giuseppe (Taranto)
11 Giugno 2010 nella piazza XX Settembre di Mottola (Taranto)
19 Giugno 2010 nella Reggia di Colorno (Parma)
06 Agosto 2010 a Marina di Ginosa (Taranto)
08 Settembre 2010 presso la casa dei Saveriani a Lama (Taranto)
30 Ottobre 2010 presso la Sala Convegni del Castello Carlo V di Lecce
12 Novembre 2010 a Foligno (Pg)
23 Novembre 2010 presso la facoltà di Giurisprudenza dell' Università di Bari
18 Febbraio 2011 presso la sala De Deo di Gioia del Colle (Bari)
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Nel Maggio 2010 è stata pubblicata la raccolta di racconti "Ho paura della luce" , Edizioni Sovera Roma, terzo libro dell' avv. Paradiso
Come avvocato civilista, Cesare Paradiso si dedica in particolare al diritto delle persone, dei minori e della famiglia. La sua vocazione al fare letteratura si nutre di una naturale attenzione per l'uomo nelle pieghe delle sue vicende quotidiane; per la famiglia che non esce da slogan ma dall'incontro di persone vere, divenendo rifugio ed oasi seppur talvolta supplizio ed inquietudine; per l'universo femminile guardato con occhio di tanto in tanto ironico ma sempre affettuoso. E' il lato avventuroso della normalità che Paradiso vuole far vivere nel racconto: ciò che uomini e donne hanno da dirsi e da darsi semplicemente vivendo.
Questo il calendario delle presentazioni:
18 Maggio 2010 presso il Salone del Libro di Torino
29 Maggio 2010 presso Romasilibra, rassegna dell'editoria romana
11 Luglio 2010 presso lo Sporting Club di Marina di Pulsano (Ta)
22 Ottobre 2010 presso la libreria Mondadori di Taranto
19 Dicembre 2010 presso l' Enò Wine Bar di Taranto
03 Marzo 2011 presso l' ITES Pitagora di Taranto
25 Marzo 2011 presso la libreria Agorà di Manduria (Taranto)
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L'avvocato Paradiso ha pubblicato nel 2008 il suo primo lavoro ,il romanzo SE AMARE NON BASTA , edito dalla casa editrice Firenze Libri
Queste le date delle principali presentazioni:
08 Novembre 2008 nella Sala Convegni del Castello Episcopio di Grottaglie (Ta)
15 Settembre 2008 nell' Episcopio di Castellaneta (Ta)
18 Maggio 2008 nella Biblioteca Parrocchiale "San Carlo Borromeo" di San Marzano di San Giuseppe (Ta)
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Locandina del convegno del 12 Giugno 2008 a San Cesareo di Lecce sul tema dell'aborto
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Inoltre collabora con la rivista CERCASI UN FINE, un periodico di cultura e politica, scrivendo degli articoli alcuni dei quali vengono qui sotto riportati.
PENSANDO (Dal numero 15/06)
Smisurata preghiera" è il brano Vorrei toccarti con cui si chiude" Anime salve ", l'ultimo lavoro pubblicato nel 1996 da Fabrizio De Andrè. Una preghiera "senza misura" se la può permettere, forse, solo un poeta e per di più con corde laiche, come laico fu quel magnifico artista. Non sfugge, però, il senso della ricerca in un verso come questo: Ricorda Signore questi servi disobbedienti alle leggi del branco/ non dimenticare il loro volto/ che dopo tanto sbandare è appena giusto che la fortuna li aiuti. L'interpello di Dio è certo molto più che l'esercizio, pur sublime, di una lirica: è l'attenzione di un'anima verso altre anime, quelle marginali e ferite. Non meno profonda, e non meno preghiera, la struggente "Stazione di Zima" di Roberto Vecchioni, altro cantautore non credente ma in perenne ricerca. La "stazione di Zima" è insieme metafora e approdo. Il problema non è che tu ci sia o non ci sia/ il problema è la mia vita quando non sarà più la mia/… Lasciami questo sogno disperato di esser uomo,/ lasciami quest'orgoglio smisurato di essere solo un uomo/ Perdonami, Signore, ma io scendo qua, alla stazione di Zima. Vi si legge una tensione forte e non equivocabile: scendere alla fine di un percorso, al capolinea della nostra storia, con la nostra umanità fragile e dubbiosa accarezzata da uno sguardo amorevole e trascendente.
PENSANDO (Dal numero 10/06)
Qualche giorno fa ho incontrato un vecchio amico, già dirigente Caritas, un cattolico molto impegnato nel sociale, come si usa dire. Mi raccontava le sue più recenti esperienze, molto meno visibili di un tempo, ma ancora più penetranti, a contatto con degrado, povertà umane e materiali, anziani abbandonati.
"Ma non faccio che applicare la Costituzione, che in fondo è il Vangelo laico". Non so se questa espressione fosse sua, o se fosse una citazione. Certo, mi è parsa bellissima. Che la Costituzione, con il suo messaggio di solidarietà, con le sue norme semplici e solenni a presidio della dignità ella persona, dell'uguaglianza, dellalibertà in senso pieno e non solo politico, potesse rappresentare perun credente un approdo sicuro, unaggancio di identità, mi era parso sempre chiaro. Ma in questa specie di falso ossimoro (Vangelo laico) la magnifica sintesi che i nostri PadriCostituenti seppero realizzare, questo incontro tra culture diverse per realizzare la base della nuova convivenza, questo lascito destinato a tutti senza quote successorie, si riassume senza bisogno di aggiungere altro. Difendere questa Costituzione dal tentativo di stupro perpetrato dalla pessima riforma su cui ci esprimeremo con il prossimo referendum: è un imperativo per tutti, un impegno di salvaguardia di valori alti e di principi universali e condivisi. Vorrei che fosse questo il "messaggio in bottiglia " per i cattolici pavidi, che su questo tema non vogliono esporsi o temono si tratti di "politica". Si tratta di noi tutti.
BAMBINI VERSO UNA FAMIGLIA (Dal numero 8/06)
Mentre preparavo, circa un anno fa, un intervento sull'affidamento familiare (o sull'affido, come con qualche civetteria più spesso si usa dire) Internet mi propose un angolo di visuale che anni di consuetudine al tema mi avevano negato. In un sito casualmente incontrato, una donna straniera, detenuta in un carcereitaliano, raccontava che la sua bambina
stava per compiere tre anni e che quindi, di lì a poco, secondo l'ordinamento penitenziario, sarebbe stata sottratta a sua madre, uscendo di prigione per andare- forse- in affidamento familiare. In quale famiglia?, si chiedevala donna. Come le parleranno di me? Quando uscirò anch'io, che bambina riabbraccerò? Quello di guardare l'affidamento familiare temporaneo dal punto di vista della famiglia di origine, non è, in fondo, esercizio molto frequente e può capitare perciò di imbattersi in situazioni estreme come questa. Più facile, in realtà, osservarlo dalla parte degli affidatari, cui viene chiesto un impegno definito ora troppo facile, ora troppo complesso; ancora più diffuso occuparsene pensando ai bambini affidati, ai "minori", come se questi fossero un pezzo a se stante della loro storia. Ma vediamo di che cosa parliamo. L'affidamento familiare temporaneo viene disciplinato per la prima volta in modo organico nella legge 184 del 1983, che rimodellava l'adozione e dedicava i suoi primi cinque articoli proprio all'affidamento, precisando, in cima all'art. 1, che "il minore ha diritto ad essere educato nell'ambito della propria famiglia". Una delle norme a più forte impatto sociale, bisogna riconoscere,
della pur copiosa legislazione assistenziale del nostro Paese: entrata di prepotenza non solo nella titolazione di convegni e tavole rotonde, ma anchenel lavoro di Assistenti Sociali, Magistrati minorili, avvocati, assessori ai Servizi. Quella di collocare bambinie ragazzi in famiglie della stessa cerchia parentale o anche fuori, in momenti
di disagio del loro nucleo familiare, è sempre stato un uso abbastanza praticato. Nessuna sorpresa, dunque, che la legge provasse ad assorbire tale pratica per dare risposte a bisogni primari delle persone e dei minori, valorizzando lo spirito oblativo "di servizio" di una qualche parte più fortunata della società. Senza dimenticare che gli istituti per l'infanzia, nati storicamente come luogo di studio più severo per i rampolli dei più abbienti, erano diventati luogo di ricovero, ad alta densità abitativa e a bassa tensione affettiva,per i figli dei meno abbienti:questi istituti andavano svuotati e l'affido, non a torto, sembravaun'alternativa valida allo scopo. L'accoglienza fu in generale molto calorosao addirittura trionfale: era accaduto in precedenza per l'adozione speciale, si ripete nel tempo attuale per lamediazione familiare: l'effetto seduttivo della novità trasforma
uno strumento di intervento sociale in un toccasana e dal gridare al miracolo a lamentarela delusione il passo è breve. Ma, al netto di aspettative mitiche e,
all'opposto, di vissuti depressivi, l'affidamento familiare è davvero una buona risposta, un agile strumento di risposta a situazioni di temporanea difficoltà dei nuclei familiari, che non sfocino, s'intende, in irreversibili abbandoni o in disagi apertamente devianti. È uno strumento che consente ai Servizi Sociali, responsabili in prima persona dell'intervento, di valorizzare famiglie, comunità o anche persone singole nella loro disponibilità all'accoglienza,all'attenzione a figli degli altri come figli propri. Naturalmente, nel limitato tempo dell'affidamento, occorre che i servizi sociali lavorino sul nucleo d'origine, nel senso della soluzione del problema che ha generatola crisi e sugli affidatari, perché vivano
l'esperienza di condivisione, in vista del rientro del minore nella propria famiglia. Le statistiche non raccontano,però, di tanti affidamenti. Che, da un punto di vista numerico, i
risultati non siano stati esaltanti, si spiega, forse, col fatto che molte coppie possano avervi scorto una sorta di scorciatoia per l'adozione; o che molti possano aver trovato frustrante creare un rapporto affettivo …a tempo; o che qualche operatore sociale abbia preferito pigramente rifugiarsi in soluzioni più conosciute e meno impegnative. Ma intanto anche la riforma del 2001 ( una riforma apparsami, in verità, più sintattica che sostanziale) conferma l'affido e anzi fa della famosa frase del" diritto del minore alla famiglia " il proprio titolo e fissa addirittura una data (la fine del 2006) per la chiusura definitiva degli istituti. È quindi tempo, probabilmente, di dare alla cosa l'impulso che merita, senza enfasi ma con impegno reale: le Amministrazioni locali uscendo dalla logica dei "progetti" che accarezza i narcisi sismi ma non tocca i problemi (chi scrive è testimone di una stagione in cui il Comune di Taranto sembrò, al contrario, portatore di un'idea- pilota incomprensibilmente dissoltasi); gli operatori formandosi sull'argomento senza pregiudizi; le famiglie aspiranti affidatarie, aprendo la propria casa senza riserve mentali Infine, valutiamo i risultati. Ricordando sempre che mai nessuna statistica interpellerà il cuore delle persone e rappresenterà in un grafico i segni vivi della loro storia.